Cos’è il disturbo depressivo dell’umore
I disturbi dell’umore sono disturbi emotivi e consistono in periodi prolungati di eccessiva tristezza, gioia eccessiva o entrambe. I disturbi dell’umore possono verificarsi nei bambini e negli adolescenti.
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Disturbo dell’umore – test
Scala | Rif. Bibliografico | N. item | Auto/Etero |
Hamilton Depression Rating Scale – HDRS o HAM-D | Hamilton, 1960 | 21 | Etero |
Montgomery-Asberg Depression Rating Scale – MADRS | Montgomery e Asberg, 1979 | 10 | Etero |
Depression Status Inventory – DSI | Zung, 1972 | 20 | Etero |
Self-rating Depression Scale – SDS | Zung, 1965 | 20 | Auto |
Inventory of Depressive Symptomatology – IDS | Rush et al., 1985 | 28/30 | Auto/Etero |
Cornell Dysthymia Rating Scale – CDRS | Cohen, 1997 | 20 | Etero |
Calgary Depression Scale for Schizophrenia – CDSS | Addington et al., 1990 | 9 | Etero |
Beck Depression Inventory – BDI | Beck et al., 1961 | 21/13 | Auto |
Hospital Anxiety and Depression Scale – HADS | Zigmond e Snaith, 1983 | 14 | Auto |
Carroll Rating Scale – CRS | Carroll et al., 1981 | 52 | Auto |
Inventory to Diagnose Depression – IDD | Zimmerman et al., 1986 | 22 | Auto |
Generalized Contentment Scale – GCS | Hudson, 1992 | 25 | Auto |
Scala di Autovalutazione per la Depressione – SAD | Cassano e Castrogiovanni, 1982 | 31 | Auto |
Mania Rating Scale – MRS | Young et al., 1978 | 11 | Etero |
Échelle d’Intensité de l’état Maniaque – EIM | 1986 | 12 | Etero |
Clinician-Administered Rating Scale for Mania – CARS-M | Altman et al., 1994 | 15 | Etero |
Altman Self-Rating Mania scale – | Altman et al., 1997 | 5 | Auto |
ASRM Internal State Scale – ISS | Bauer et al., 1991 | 16 | Auto |
Disturbi dell’umore si guarisce
Ma quali sono i trattamenti più efficaci per i disturbi dell’umore?
Dato che questo è uno delle poche malattie psichiatriche ad avere una base organica, il trattamento più efficace sembra essere quello farmacologico.
Nello specifico, vengono utilizzati gli stabilizzatori dell’umore e gli antidepressivi. Lo stabilizzatore dell’umore largamente utilizzato è il litio che spesso è utilizzato nel trattamento degli episodi maniacali in fase acuta, ma la sua indicazione principale riguarda l’azione di prevenzione delle crisi sia maniacali che depressive. Gli antidepressivi, invece, vengono utilizzati per trattare gli episodi depressivi.
Spesso, però, la terapia farmacologica non è sufficiente: fondamentale, infatti, risulta essere l’integrazione con un approccio psicoterapico, al fine di affrontare i problemi che possono riguardare una mancata collaborazione del paziente: per esempio, il litio spesso può aiutare il soggetto a controllare gli episodi problematici, ma non in modo sufficiente.
Ciò può causare un vero e proprio senso di frustrazione nel paziente che, quindi, potrebbe sentirsi scoraggiato al punto dal non voler continuare con l’assunzione del medicinale.
Quindi, fondamentale è il supporto di uno psicologo psicoterapeuta online o dal vivo.
Una terapia molto efficace, se affiancata a quella farmacologica, è la terapia cognitivo-comportamentale: ciò è stato ampiamente supportato da diversi studi (Beck e Newman 2005).
Tale terapia, oltre che aiutare il paziente ad essere più collaborativo, fa si che il soggetto riesca
- a sviluppare strategie per affrontare le convinzioni disfunzionali sottostanti al comportamento disfunzionale
- a sviluppare strategie di problem solving per affrontare i problemi dettati dall’utilizzo dei farmaci.
Al fine di riuscire a rafforzare l’alleanza terapeutica durante tutta la psicoterapia.
Da ultimo, la Stimolazione Magnetica Transcranica ripetitiva – rTMS si è rivelata molto efficace e veloce nella cura della depressione maggiore farmacoresistente.
Tono dell’umore deflesso
La distimia è un disturbo caratterizzato da deflessione del tono dell‘umore che persiste da almeno due anni e si associa alla presenza di altri sintomi, tra cui insonnia o ipersonnia, disturbi dell‘alimentazione, difficoltà di concentrazione, facile faticabilità e stanchezza.
Disturbi depressivi dsm-5
Il DSM-5 distingue quattro forme di disturbo bipolare, diverse tra loro.
Vediamole insieme.
Disturbo bipolare I
Questa prima forma sembra essere caratterizzata dall’alternarsi di fasi depressive e fasi maniacali.
La fase maniacale deve essere presente per almeno 7 giorni consecutivi o deve essere così intensa da dover richiedere un ricovero ospedaliero.
Disturbo bipolare II
Questa invece sembra essere caratterizzata dall’alternarsi di fasi depressive e fasi ipomaniacali.
A differenza del disturbo bipolare I, qui l’intensità della fase ipomaniacale è minore rispetto a quella maniacale.
Disturbo ciclotimico
Tale disturbo è caratterizzato da tante fasi maniacali e depressive che, quindi, si alternano ciclicamente.
L’intensità di queste fasi è sicuramente minore rispetto alle forme precedenti.
Disturbo Bipolare Non Altrimenti Specificato
In questa categoria rientrano tutti i disturbi dello spettro bipolare che non possono rientrare nelle forme precedenti: questo perché le fasi sono molto deboli per intensità.
Disturbi dell’umore farmaci
Oggi i più utilizzati per trattare la sintomatologia psicotica che può insorgere in fase maniacale o negli stati misti dell‘umore sono: l’Amisulpride, l’Aripiprazolo, l’Asenapina , la Clozapina, la Quetiapina, il Paliperidone, il Risperidone, l’Olanzapina.
Disturbi dell’umore cause
Per diversi anni, molti studiosi si sono focalizzati sulla comprensione della causa del disturbo bipolare, soprattutto del disturbo bipolare I.
Si è potuto osservare, sulla base di questi, come non esista un’unica causa, poiché questo disturbo risulta essere il risultato di diversi fattori coinvolti.
Questo inoltre è una delle poche malattie psichiatriche ad avere una base organica ben identificata.
Una delle cause fondamentale del disturbo sembra essere da associare alla genetica: diversi studi hanno dimostrato come ci sia una probabilità del 10% di sviluppare un disturbo bipolare, se in famiglia è presente un familiare con questa patologia, rispetto alla media della popolazione generale.
Tale risultato è ampiamente supportato anche da diversi studi condotti sui gemelli. Volendo entrare nel dettaglio, è stato constatato che se si è gemelli omozigoti, con lo stesso DNA, un soggetto ha la probabilità del 40 % di sviluppare tale disturbo, se il fratello a sua volta risulta esserne affetto. Nei gemelli eterozigoti, con diverso DNA, tale probabilità scende al 20%.
Cosa dimostra tale studio sui gemelli?
Che il patrimonio genetico è fondamentale, così come la storia familiare.
È stato infatti osservato che i figli di genitori con un disturbo bipolare hanno un maggior rischio di sviluppare il disturbo, rispetto a chi ha genitori senza il disturbo.
Ma ancora non finisce qui.
Si è anche osservato che, spesso, nei soggetti predisposti geneticamente, il disturbo può essere fomentato da eventi sociali forti, come
- gravi perdite affettive
- abuso di alcol
- Abusi sperimentati durante l’infanzia: in questo caso, l’individuo tenderà a creare universi paralleli nelle sfere affettive e lavorative, uno associato alla normalità e uno all’evasione.
Disturbo bipolare
Il disturbo bipolare è un disturbo alquanto serio, che se non trattato nei tempi giusti, può portare infatti a diverse conseguenze, tra cui anche il suicidio. Ma a quando risale? Questo disturbo sembra aver delle origini antichissime: ne troviamo infatti una prima testimonianza nella Grecia classica, da parte di Areteo di Cappadocia nel I secolo a.C.
Ma la distinzione definitiva tra disturbi affettivi unipolari e bipolari si deve all’opera di Leonhard (1957), Angst (1966) e Perris (1966) in Europa e di Winokur e Clayton (1967) negli Stati Uniti.
Ma che cos’è nello specifico il disturbo bipolare?
Il disturbo bipolare è un disturbo dell’umore caratterizzato da cambiamenti dell’umore, dell’energia e del livello di attività svolta nell’arco della giornata.
L’individuo affetto vive momenti di mania/ipomania, elevazione del tono dell’umore, a cui seguono momenti di depressione.
Proprio per l’alternarsi di queste due fasi, questo disturbo viene definito anche “sindrome maniaco-depressiva”.
Tipi di umore
L’umore può avere una connotazione positiva o negativa. Nel linguaggio comune si parla a seconda dei casi di «malumore», «humour», o in genere di «cattivo» o «buon umore», per indicare una varietà di atteggiamenti che possono andare dall’euforia e l’entusiasmo fino all’irritabilità, alla depressione o alla malinconia.
Domande più frequenti sul disturbo depressivo dell’umore
Quali sono i farmaci stabilizzatori dell'umore?
I farmaci più usati per regolare le oscillazioni dell‘umore sono i Sali di litio e alcuni antiepilettici, in particolare: Valproato di Sodio, Carbamazepina, Gabapentin, Lamotrigina, Oxcarbamazepina e Topiramato.
Come si curano gli sbalzi di umore?
Il movimento Fare sport o anche semplicemente una camminata stimola la produzione di serotonina, vi farà scaricare la tensione e vi permetterà di sentirvi più di buon umore. Il sonno Se notate che è un periodo di continui sbalzi d’umore, cercate di regolare il più possibile le ore di sonno.
Quali sono i disturbi dell'umore?
I disturbi dell‘umore sono disturbi emotivi e consistono in periodi prolungati di eccessiva tristezza, gioia eccessiva o entrambe. I disturbi dell‘umore possono verificarsi nei bambini e negli adolescenti (vedi Disturbi depressivi nei bambini e negli adolescenti e Disturbo bipolare nei bambini e negli adolescenti).
A cosa servono gli stabilizzatori dell'umore?
In farmacologia gli stabilizzanti dell‘umore sono dei farmaci, appartenenti alla categoria degli psicofarmaci, adibiti al controllo dell‘umore in diverse sindromi psichiatriche quali il disturbo bipolare, il disturbo schizoaffettivo e il disturbo borderline di personalità.